Come si propone un articolo a testate internazionali?

 

[Qui riporto una parte delle cose che ho già detto lo scorso aprile al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, al quale ho partecipato – insieme alla super collega Silvia Boccardi – con il workshop Come nasce un’inchiesta o un articolo internazionale? (a questo link trovate il video completo, se volete ridere di quanto posso gesticolare in pubblico – e in privato)]


Partiamo dall’inizio, che (non) è l’unica via possibile

Prima di tutto, perché un/una giornalista italiano/a dovrebbe voler scrivere per una testata inglese o americana (mi concentro su questi due esempi, perché sono quelli a cui posso far riferimento con la mia esperienza)? Per raggiungere un pubblico internazionale più ampio, certo, perché l’angolo della storia si addice particolarmente a un certo media/paese, ovvio, ma anche per motivi pratici. Nello specifico: perché molti editor sono facilmente raggiungibili per email (e, in generale, rispondono), e perché spesso le testate pagano meglio.

Dove trovare i contatti per inviare un’idea?

  • social media
  • newsletter specifiche (esistono diverse newsletter che mettono insieme le richieste di idee/pitch da parte degli editor di vari media)
  • sito/centralino della testata
  • eventi di networking (odio questa parola)

E, comunque, con me hanno funzionato anche le email ai classici indirizzi generici, tipo info@…

Per quanto riguarda i compensi, ecco alcune risorse utili:

 

Cosa proporre?

Storie originali e realizzabili.
Cosa rende la tua idea la storia giusta raccontata dalla persona giusta?
Hai i mezzi per riuscire a realizzarla (potete raggiungere le fonti? Hai il budget per fornire quello che stai proponendo? ecc.)?

E come?

Con cordialità (siate gentili ed educati, per favore), professionalità e un buon pitch – per email, in generale, va benissimo.

Alcune cose da ricordare:

  • Controllare sempre di aver inserito il destinatario giusto
  • Inserire nell’oggetto della mail qualcosa tipo: Pitch + il titolo che daresti alla tua storia, anche se provvisorio
  • Proporre una storia precisa (non un argomento, un tema, un’idea vaga)
  • Fare ricerca: individuare già potenziali fonti da intervistare/consultare
  • Sei in grado di fornire foto, video, infografiche o altro? Fallo sapere all’editor.
  • Immagina quante email può ricevere un/un’editor e comportati di conseguenza: sii preciso/a, breve, e utilizza il linguaggio/registro adatto a quella pubblicazione
  • Soprattutto se contatti un/un’editor per la prima volta, inserisci nella mail una breve bio (con tanto di link a eventuali articoli/post scritti in precedenza)

E poi?

Ti hanno accettato la proposta?
Woohoo! Complimenti! Goditela un pochino, e non cedere subito all’ansia/stress.
Poi stabilisci un compenso, una deadline e una lunghezza per l’articolo (in UK e US, di solito si misura per parole e non per caratteri).

Non te l’hanno accettata (o non ti hanno risposto)?
Non te la prendere e non ti abbattere. Succede a tutti. Molto più spesso di quanto ci piaccia ammettere (ho un pitch in cui credo tantissimo che è tipo un anno che viene scartato da chiunque! Capita!)
Puoi rivedere la tua proposta (magari modificare l’angolo?) e inviarla a qualche altro media.
Pitchare è anche una questione di esercizio.

 

Spero che questi semplici suggerimenti possano essere utili a qualcuno, li ho scritti perché spesso – soprattutto agli inizi – ci si vergogna a chiedere spiegazioni su cose che riteniamo banali, ma che sono invece fondamentali, a livello pratico.

Se avete qualche consiglio, commento o critica (ma andateci piano), potete scrivere qui sotto, o mi trovate su Twitter @critalks.

Ah! E ci rivediamo presto, con il seguito di questo post su come trovare le fonti, organizzare il lavoro e scrivere in un’altra lingua.

 

 

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